Hor son pur giunto, al dolce e amaro loco
Ove fui disarmato vinto in guerra
Hor son pur giunto ove l'ardente foco
Dolcemente mi volge in tritta terra
Hor son pur giunto, ove 'l spietato gioco
D'amor m'inchina duramente a terra
Hor son pur giunto, ove spero mia sorte
Mi darà presto vita, o presto morte.
E perché antichamente si suol dire
Che rimedio non trova, chi il mal cela:
Questa cagion mi sforza a voi scoprire
Il duol, e far d'amor iusta querela
Che quel che a torto sentesi morire:
Non possendo altro adopra la loquella
Con la qual, spero ognor gridar sì forte:
Che se non te, farò pietosa morte
E se harrà de sordo aspide la orecchia
E il cor di fera dispietata e dura
Convien che a maggior grido me apparecchia.
Sì che me odeno, i ciel, le aque, e le mura
Le quai da l'aspro mal, che in me se invecchia
Harran cordoglio, e de la mia sventura
Che ben si vede ir alto, & scender basso
De aqua faville, & lachryme d'un sasso
Non è cor non è spirto che in amore
Rustico, non che nobile e virile
Non corrisponda con gelato ardore
E con disio magnanimo e gentile
Non v'è arboro, pietra, herba, o fiore
Che non senta il calor del suo focile
Senza il qual, siani inordinati & spenti
I sacri chori, non che gli elementi
Zephyro il dolce tempo rinovella
Spargendo ovunque vola mille odori
Ride l'ampla campagna ornata e bella
De rose gigli, de viole e fiori
Mira narciso al rio sua fronte isnella
Tacinto vede in grembo i suoi dolori
In biancha vesta pur come già sole
Si gira Clitia palidetta al sole
I vivi chiari limpidi Crystalli
Surgon sì dolce e sì amorosamente
Le dolci e correnti aque per le valli
Corron superbe in vista dolcemente
Le pure nymphe ai deletevoi balli
Se riducono al solito sovente
Cantano i vaghi augei tra foglie e fiori
E il semicapro dio tra gli pastori
Il senza nodi abete al ciel se estende
Cusì il robusto cerro e l'alto faggio
Il fronzuto olmo in l'aria si sospende
El cornio il pino, il frassino silvaggio
Il lauro di che ornarsi il saggio attende
Lo anornio tessa ghirlandette al maggio
La palma si prepara a gran vittoria:
L'edera e il myrto a poetica hystoria
Ogni aspra fera per amore vaneggia
& fano insieme dolcemente guerra
L'un montone con l'altro si vahheggia
E pien de ardor le corna poi disserra
Lo affocato cingial fuma e baveggia
Le larghe zanne aruota, e il griffo serra
E giovenchi arsi d'amoroso gelo
Spargon coi piè l'herbosa terra al cielo
I paventosi daini per la druda
Mostransi arditi quai guerrieri al campo
Il tigre con vergata pelle suda
Spargendo in l'aria sanguinoso vampo
Ruge il leon con voce horrenda e cruda
Spiegando al ciel con gli occhi ardente lampo
Il serpe per la biscia fischia e vibra
Che haverla prima e poi morir delibra
Il cervio la sua sposa abbraccia e stringe
Cusì un coniglio fa con l'altro anchora
Dove la terra april più bel depinge
Ogni simplice lepra se inamora
Ne l'aqua i muti pesci Amor constringe
Che 'l potente suo stral ognuno accora
Vedesi anchor la salamandra a prova
Che in fuoco dolcemente se rinova
Gli vaghi augelli per le verdi fronde
Fan dolce l'aria, pei soavi accenti
E sì ben l'un con l'altro se risponde
Che per che l'harmonia del ciel si senti
Ecco le voci rispondeno infonde
Ne le orecchi d'intorno a gli audienti
Ogni selva, ogni bosco, e ogni campagna
Per amor, notte e dì, si scalda, e bagna
Gracchia la passeretta in ogni canto
La sua gemmata coda il pavon spiega
Il bianco cygno adopra il dolce canto
L'humil colomba al sposo suo si piega
Parlando il papagallo in verde manto
Con la sua tortorella si colega
La rondinella, e il rossignol si scorda
Dil duol antico, e con amor se accorda
Non solo gli animanti irrationali
Piegano il capo a l'amoroso laccio
Ma i brutti anchor, e gli homini mortali
Viveno dolcemente in fuoco e in giaccio
Gli dei celesti, e i spiriti infernali
Godeno avinti, in cusì dolce impaccio
Né cosa alcuna mai fu di valore
Che esser potesse sanza immenso amore
Il summo iove giù del sacre choro
Discese in varie forme per amore
Quando in aquila e quando in piogia d'oro
Quando in serpente, e quando in un pastore
Quando in candido cygno e quando in thoro
Spronato e vinto dal soperchio ardore
Poi pien di dolce affetion si vede
Volarse al ciel col suo bel ganymede
Phebo in thessaglia ardente e luminoso
Fessi pastor per Daphne e fessi in vano
Neptun si fece in un monton lanoso
E in un torno iuvenco humile & piano
In un cavallo ardito e furioso
Mutossi Achille, de sembiante humano
Per euridice, Orpheo nel centro scese.
E pluto de proserpina se accese
Ogni cosa creata in ciel e in terra
E ne lo abysso, convien che amor senta
Ogni triegua, ogni pace, & ogni guerra
Per amor, solo scema, & augumenta:
Se dunque questa regula non erra
Non trovar spero in te, la fiamma spenta
Anci ardente che un cor più che è gentile
In amor è più pronto, e più virile
De gentilezza, a quel ch'io veggio e sento
Proprio me assembri un'altra Danibea
De excellentia, e dotrina al dolce accento
Minerva sei de la scientia dea
Di beltà, se 'l veder non è in me spento
Veramente sei nova Cytharea
De crudeltade, poi che è cosa vile
Sei per mia morte: una avara Esyphile
Dhe dio come esser pò che fra due stelle
Sì vaghe altro vi sia che un bel splendore
Come esser pò che tra due rose belle
Esser possi altro che un divino odore
Como esser pò che tra due pure mammelle
Altro vi sia che gentilezza e amore
Como esser pò che tra duo labra sole
Altro vi sia che angeliche parole
Se ben l'alma persona tua modesta
Contemplo, i' veggio come fior fra l'herba
Lo inanellato crin ne l'aurea testa
Giù per la fronte humilmente superba
Rideti intorno la preciosa vesta
Dentro a la qual ogni gratia si serba
O sacra imago gloriosa & diva
Da far de marmo una persona viva
Se 'l fatal corso mio me astringe & vole
Ch'io te sol ami, e ogn'altra cosa experna
Non posso più, so ben che fisso il sole
Mirar non posso, né sia mai che il scerna
Ma qual dea che con sguardi, e con parole
pò far mia vita breve & far eterna
Se non voi trami fuor dov'io tutto ardo
Tiemmi almen vivo con un dolce sguardo
E se ciò non voi far ti 'l mostro aperto
Che per mille ragioni mi fai torto
Prima che s'io son basso, a tuo grado erto
Più sia tua gloria, e a me maggior conforto
L'altra se di beltà non son coperto
Qual te, di fede armato il petto porto
E per questo, e per quel che ho detto inante
Convien amar se ben fusti adamante